14 nov 2012

Splinter cell: conviction

Il meno stealth è più cattivo Sam di sempre

UNA LUCE NELL'OMBRA

Avete in mente quella sensazione di aver appena comprato un pessimo prodotto solo perché la pubblicità ne parlava bene? Ecco questa sensazione l'avete per almeno le prime 4 missioni del gioco, poi l'ultimo episodio di Splinter Cell decolla e non vorrete scendere fino alla fine del viaggio.

Sicuramente il più facile e meno esigente di tutta la saga,  questo capitolo si contraddistingue da un leggero depotenziamento degli strumenti a nostra disposizione. Sam non lavora più per il governo e 3rd Echelon ma solo per sé stesso. Unico obbiettivo: fare luce sulla scomparsa di sua figlia Sarah. Oh Sarah. 
Ubisoft ha scelto di creare una storia lunga e anche abbastanza intricata che coinvolge il governo,  Sam e la sua adorata figlia la cui presunta morte serve a liberare il Sam Fisher crudele che abbiamo conosciuto nel 4^ capitolo.
Qui Sam, se possibile, è ancora più cattivo soprattutto perché oltre agli interrogatori violenti (una sorta di mini gioco che ricorda le torture del Punitore) uccide senza problemi chiunque si trovi sulla sua strada. 






Sam non è più un ninja silenzioso, è una spietata ombra assassina che divora tutto ciò che gli si para davanti. È tanto vorace che i livelli di dividono a metà tra stealth puro e momenti di pura carneficina attraverso scontri a fuoco particolarmente fragorosi.
Personalmente mi è dispiaciuto questo cambiamento di prospettiva anche se il risultato è ampimente raggiunto: ci si diverte. 
Certo è un po seccante vedere il proprio gioco stealth preferito ridurre a 2 il numero di mosse per nascondersi nell'ombra: il sistema di copertura è infatti quasi identico a quello di Gear of Wars, con la possibilità di sparare "alla cieca" dietro al riparo.
Un cambio di prospettiva niente male, un esperimento azzardato ma alla fine devo ammetterlo mi ha dato soddisfazione.

MULTIPLAYER

Ma il gioco non finisce qui. La modalità migliore è sicuramente il multiplayer. Dimenticatevi ricognizioni solitarie  e lunghe attese, Ubisoft ha realizzato una storia secondaria da completare in cooperativa in LAN o attraverso internet. Se in single player abbiamo preso confidenza con i comandi e gli strumenti tecnologici, le partite online daranno molta soddisfazione sopratutto se il vostro compagno è in gamba. In questa modalità azioni banali come puntare un nemico, assumono un significato completamente differente permettendoci di elaborare insieme al nostro amico catene di azioni complesse e magistralmente sincronizzate. Oltre agli attacchi a sorpresa potremo eseguire piccole acrobazie per raggiungere posti impensati e sopratutto curare e rifornire il nostro compagno.
Oltre alla storia cooperativa il gioco mette a disposizione una sorta di deathmatch stealth tra umani e qualche missione sfida da giocare in solitario.

IN CONCLUSIONE

Splinter Cell: Conviction è sicuramente un pallido ricordo dei giganti che lo hanno preceduto (sopratutto il 1° ed il 3° capitolo) ma resta un gioco godibile, divertente e molto spensierato. Si finisce in fretta, si gusta fino infondo e regala un pò di soddisfazioni oltre che a qualche colpo di classe che vi farà gridare "figooo".

Voto 7.5

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