Nell'ultimo anno sempre più di frequente titoli indipendenti sviluppati da piccoli gruppi di sviluppatori arricchiscono gli store virtuali distinguendosi per prezzi accessibili (da 3 a 15€ ) giocabilità interessanti e comparti grafici con personalità.
Per la maggior parte si tratta di piccole opere divertenti ma insignificanti nel panorama videolugico mentre altre diventano punti di riferimento della categoria (ne sono un esempio "Limbo" e "the bindind of Isaac" o il recente "Mark of the Ninja") .
Deadlight prodotto da Tequila Works prova a entrare nella lista dei migliori giochi indipendenti dell'anno, ma ecco perchè non ci riesce.
Deadstory
La storia di Deadlight è molto semplice: impersoneremo Randall Wayne un ex sceriffo della piccola cittadina canadese Hope. La sua esistenza pacifica, esattamente come quella di tutto il mondo, viene stravolta da un improvvisa epidemia che trasforma i morti in zombie, qui chiamati originalmente: ombre. Un nome azzeccato sopratutto perché il punto forte del gioco è il comparto grafico e senza entrare troppo nel dettaglio, diciamo che i giochi di luce tendono a trasformare tutti i personaggi e nemici del gioco in sagome scure, come ombre appunto.
Randall non è in casa quando i primi infetti canadesi raggiungono casa sua e per questo sarà costretto a vagare a lungo alla ricerca di sua moglie e sua figlia scampate all'assalto. L'avventura inizia 4 mesi dopo quel giorno e il nostro scopo sara quello di ricongiungere Randall alla sua famiglia.
La storia è semplice e serve a conferire un senso di "fretta" ed inquietudine durante la sessione di gioco. La preoccupazione di Randall di non riuscire a raggiungere i propri cari in tempo darà una forte accelerata allo stile di gioco che ci vedrà molto spesso correre velocemente da una parte all'altra dello schermo, saltando ostacoli, ombre e precipizi.
La trama è ampliata e "dettagliata" grazie ad un diario personale di Randall che racconta i mesi precedenti all'evento di inizio gioco. Le pagine del diario sono disseminate nei diversi livelli di gioco e raccoglierle tutte aiuterà a comprendere meglio alcuni passaggi oltre che la psiche del protagonista. Una chicca interessante (sopratutto alcune pagine scarabocchiate o alcuni disegni) ma niente di veramente impressionante. Da segnalare infine che le sequenze animate tra un capitolo e l'altro sono realizzate con disegni stile fumetto.
In generale tra originalità della trama e profondità del racconto. si poteva fare di meglio.
Deadplay
Passando invece al punto centrale del gioco, ossia la giocabilità, posso dire che il gioco riesce a divertire, ma mai ad entusiasmare. Deadlight è un classico platform a scorrimento laterale (infondo neanche tanto diverso da Prince of Persia dell'89' come genere) con frequente sequenze in cui è fondamentale il tempismo per fuggire da ombre o soffitti in caduta libera. Poche invece gli sconti e i combattimenti, cosa che marca di più la definizione "platform survival" in cui i proiettili saranno veramente pochi (come le nostre possibilità di sopravvivere ad uno scontro frontale con un ombra) e dovremo preferire ancora una volta la meteria grigia. Parte del divertimento sarà infatti trovare un modo di scappare o di uccidere le ombre senza mai affrontarle apertamente. Potremo richiamarle a noi e farle precipitare in un buco nel pavimento o fargli cadere in testa un automobile. Tralasciando qualche baco nel sistema di controllo riscontrato sopratutto nelle poche sequenze frustanti del gioco dove non è concesso perdere neanche un decimo di secondo (!!), in generale la giocabilità soddisfa e riesce a trasmettere appieno la sensazione di "fretta" e premura che vive il protagonista in prima persona. Fretta e premura che ovviamente evidenziano il principale problema del gioco: la durata. 3 ore circa per finire il gioco al 90% (perdendo quindi qualche piccolo segreto) sono abbastanza per divertirsi un pò ma non sono abbastanza per innamorarsi del gioco che sembra più la prima parte di un gioco più grande. La varietà delle situazioni è assicurata, ma arrivati infondo ci si domanda se non manchi qualcosa. Bravi i Tequila Works, ma chiedere ben 12€ per giocare a malapena un pomeriggio è un pò tantino. Allungare il brodino forse avrebbe reso la zuppa più soddisfacente.
Deadtech
Il comparto grafico e sonoro del gioco meritano un discorso a parte. Ho comprato espressamente questo gioco per le immagine di anteprima e per il suo motore grafico (Unreal Engine 3!) quindi non è che potessi aspettarmi delusioni su questo aspetto. E in effetti, per le ben 4 ore di gioco, a livello grafico questo gioco soddisfa pienamente. Non solo i modelli 3d sono semplici ma curati, ma i giochi di luce riprodotti sullo schermo, con innumerevoli chicche come i riflessi dei raggi del sole attraverso finestre o delle nubi scure. Orgasmico.
Questo tocco di classe ovviamente implica anche la necessità di un processore e di un GPU abbastanza veloci. I requisiti raccomandati infatti citano:
- Processor:Intel Core 2 Duo 2GHz+ or better
- Memory:4 GB RAM
- Graphics:512MB Video Card or better
Il gioco comunque a parte due o tre scene non spremerà mai in modo particolare la vostra macchina.
Deadvertict
Dead. Morto. Non me la sento di bocciarlo in toto, ma devo essere onesto, mi aspettavo di più. Ok la grafica e l'ambientazione in cui ci si muove, ma tutto il resto manca di spessore e di vera personalità e complessità, in primis gli enigmi (mai impegnativi) e gli scontri (troppo facile fregare l'avversario).
Infine il costo proposto è sproporzionato (con 2 euro in più ci si procura I AM ALIVE di Ubisoft), ma perfortuna ho sfruttato i saldi autunnali di Steam per procurarmelo al 50%. Il prezzo giusto penso sia tra i 4 e 6€ senza esagerare.
Voto generale 7 , mentre a Tequila Works do un bel 8 pieno, sperando che migliorino nel prossimo progetto.